Al Festival Mangiamaccheroni e vera Pizza napoletana

Al Festival sarà presente anche Napoli e la Campania con il Mangiamaccheroni, il fritto di strada (Arancino di riso, Crocché di patate e Mozzarella in carrozza) e il babà, di “Timpani e Tempura” dei F.lli Tubelli, e con la Vera Pizza Napoletana (che per questa edizione sarà a cura del maestro pizzaiolo Michele Leo, di Napoli).

Fino al ‘700, tutti i tipi di pasta vengono genericamente definiti “maccheroni” fino a che i napoletani – divenuti nel frattempo “mangiamaccheroni” per definizione – si appropriano del termine e lo usano quasi esclusivamente  per identificare le paste lunghe trafilate. Dagli inizi dell’ottocento i “maccheroni” rientrano nell’alimentazione quotidiana della popolazione per la loro qualità di cibo semplice, povero, ma soprattutto nutriente e veloce. I primi dagherrotipi ci mostrano i “maccheronari” agli angoli delle strade intenti a cuocere in enormi pentoloni sobbollenti di brodo vegetale la vivanda e servirla, appena cosparsa di formaggio grattugiato e insaporita col pepe e il basilico, a viandanti che mangiano davanti al banco senz’altro ausilio che le mani. Timpani e Tempura ha recuperato questa antica tradizione.

La storia della pizza è antichissima, alcuni la fanno risalire addirittura all'età Neolitica, altri ad alcuni pani speciali preparati in epoca romana, certo è che già nel Seicento esistevano le pizze, anche se ancora non veniva utilizzato il pomodoro. Forse la data simbolo della pizza è quella dell'invenzione della margherita, nel lontano 1889, quando Umberto I di Savoia, accompagnato dalla moglie Margherita, si recò a Napoli: alla Regina Margherita fu dedicata la pizza con mozzarella e pomodoro, guarnita per l'occasione con le foglie di basilico fresco, come tributo al tricolore italiano.

A cura della Condotta Slow Food Cesena
c/o Confesercenti Cesenate
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